Valentino da Nadro, classe 1998 pastore transumante

  • Febbraio 28, 2019
  • |

Valentino, fin dall’infanzia ha avuto la fortuna di stare con le pecore, il padre ne aveva una cinquantina in stalla.

Finita la terza media, come tutti i suoi coetanei si è iscritto alle superiori, ma passato giusto un mese lui ha deciso: “Io voglio fare il pastore”.

Valentino (a destra) con il cugino Thomas (sinistra)

Ha continuato per due anni ancora ad iscriversi ma non ha frequentato ed ha cominciato la sua avventura di pastore transumante con 70 pecore di razza bergamasca, ed ora ne ha 400.

In questo momento, e siamo in aprile, sta pascolando il suo gregge intorno alle rive del fiume Oglio in quel di Losine, altri pascoli sono dei prati di Braone, insomma lo si può incontrare nella media Valcamonica dove pratica il pascolo vagante.

Poi a maggio si trasferisce sul monte Padrio in quel di Corteno e da li si muove verso il Mortirolo.

Quindi ad ottobre scende ancora in valle e nel mese di gennaio carica le pecore su un camion e si trasferisce nel cremonese.

Da marzo si ricomincia, si torna in Valle e poi in montagna e poi in valle e poi nel cremonese e poi…

Il pastore transumante segue le sue pecore che hanno fame di erba, e con loro si muove alla ricerca di pascolo e non le abbandona mai, nemmeno la notte accontentandosi di una brandina dentro ad un carrettino.

Certo deve essere rispettoso dei campi seminati e dei prati in cui cresce l’erba che sarà falciata dal contadino, ma le pecore si accontentano anche del pascolo sulle rive dei fiumi e nei boschi.

Fare il pastore non è mestiere facile, ma è la passione che ti fa andare alla ricerca di pascoli davanti al tuo gregge.

MACIL partecipa all'archivio Maraea.it, l'archivio della memoria della Valle Camonica. Maraèa, nel dialetto della Valle Camonica, significa “meraviglia”, stupore. Un progetto di Comunità Montana di Valle Camonica, in collaborazione AESS (Arichivio di Etnografia e Storia Sociale) e il contributo di Regione Lombardia.